Chiesa Madre Maria SS. Dell’Annunziata

Nel luogo dove oggi sorge la Chiesa Madre si trovava una cappella dedicata a San Cristoforo che era stata costruita nel 1093 per volere dal conte Ruggero.

Quando nel 1552 monsignor Giacomo Arnedo, visitatore delle chiese di Reggio Patronato, venne a Partinico, rimase indignato dal fatto che un centro abitato da 500 anime disponesse di una sola chiesa così piccola. Durante la sua visita un gran numero di partinicesi chiesero che venisse edificata una chiesa più grande per provvedere ai bisogni spirituali. Monsignor Giacomo Arnedo emanò dunque un decreto con il quale ordinava all’abate Commendatario di procurare il denaro per ricostruire la chiesa ed aprirla al culto. I prelati dell’Abbazia, che era stata resa commendataria già dal 1435, non avevano fatto nulla per il bisogno spirituale della popolazione partinicese, così come pochissimo avevano fatto gli Abati Cistercensi dal 1309 al 1435. Ma con la visita dell’Arnedo qualcosa cambiò e già nel 1570 i lavori della Chiesa erano ultimati.

La prima Chiesa Madre fu costruita ad una sola navata e rimase dedicata a San Cristoforo. Nel 1573, alla presenza del Procuratore Generale dell’Abbazia, il notaio Girolamo Lo Cascio istituiva la nuova parrocchia, le cui spese venivano assunte dall’Abbate che, come contropartita, avrebbe goduto del diritto di patronato sulla nuova parrocchia e di quello di eleggervi il Rettore: la nomina di quest’ultimo doveva comunque essere sempre approvata dal vescovo di Mazara, da cui allora la parrocchia dipendeva giuridicamente.

La Chiesa aveva diritto giurisdizionale sulle chiese già esistenti e su quelle che sarebbero sorte nel territorio di Partinico, tranne che su quella di Valguarnera Ragali che aveva un’Arcipretura di patronato laicale della Principessa di Butera. Il 22 marzo 1573 il Vescovo di Mazara emanò una bolla con la quale ratificava la nomina a parroco del sacerdote Luca Lombardo, riconosceva il Ius Patronatus dell’Abbazia di Altofonte sulla nuova parrocchia, concedeva all’Abbate la facoltà di eleggere e presentare il Rettore, riservando per sé il diritto di ratifica e quello ispettivo. Dal 1854, per decisione del visitatore regio Francesco Pozzo, fu sempre di regio patronato. Nel XVII secolo furono apportate delle modifiche, furono realizzate tre navate, costruiti l’organo e il fonte battesimale. Nel 1777, su disegno dell’architetto palermitano Patricolo, la chiesa venne allungata così da formare la croce latina. A destra della cupola fu eretta la cappella con l’altare dedicato al Crocefisso, a sinistra la cappella dedicata a Maria SS del Ponte. Al posto della torre, abbattuta nel 1719, fu eretto il campanile, terminato nel 1783. Ulteriori lavori furono eseguiti tra il 1804 e il 1807 che diedero alla chiesa un aspetto classicheggiante. Nel 1804 con le elemosine raccolte sotto la reggenza dell’arciprete Vito Bordonaro, la cappella della Madonna fu decorata con un bellissimo altare ed una balaustra di marmo.

Nella parete sopra l’altare venne edificato un frontespizio triangolare sostenuto da due capitelli di ordine Corinzio. Nel 1807 l’arciprete Francesco Inga decorò la cappella con un ornato pavimento marmoreo. La chiesa presenta tre navate con cinque nicchie laterali e tre altari: nella navata di destra si trovano le seguenti tele: Assunzione della Vergine di Antonino Spatafora, San Biagio e Sant’Antonio, Madonna del Buon Consiglio, San Vito, Santo Stefano. Sempre a destra inoltre è l’altare dedicato alla Madonna del Rosario con San Domenico, quello del Santissimo Crocefisso con le due tele di Maria Maddalena e Santa Rosalia. Nella navata sinistra si trovano invece il fonte battesimale, le statue di San Francesco di Paola, di San Pietro e una piccola tela dei Santi Martiri. I tre altari che seguono sono delicati il primo all’Addolorata e al Cristo Morto, il secondo a Santa Lucia, nell’ultimo invece è presente una tela con le Anime del Purgatorio attribuita a Patricolo con ai lati due più piccoli di Sant’Agata e Sant’Apollonia. Nell’altare centrale è posta la tela dell’Annunziata mentre i due laterali sono dedicati uno al Sacro Cuore e l’altro all’Immacolata.

La facciata della Chiesa Madre è stata rifatta nel 1960 su disegno dell’architetto Antonio Valenti che, tenendo conto del periodo in cui fu costruita, si rifà allo stile rinascimentale e tiene presente il capolavoro di Carlo Maderno, la Chiesa di Santa Susanna a Roma.

I materiali e i mezzi di cui dispone Valenti sono inferiori e per questo motivo l’architetto deve fare ricorso a certe soluzioni “povere”, come finestre al posto di nicchie impreziosite da statue e uso della pietra tufacea. L’ordine inferiore presenta lesene angolari e doppie colonne centrali che incorniciano il portale impreziosito da 2 colonnine in marmo. L’ordine superiore ripete il tessuto della struttura su cui poggia riprendendo i valori plastici della base. Inoltre il timpano che nel Maderno è rigido e sullo stesso piano, qui è delimitato da linee spezzate su due piani. Infine la facciata a saliente è raccordata nei due piani da due volute che danno plasticità e armonia a tutta l’architettura.

Chiesa Madre Di Partinico Chiesa di Santa Susanna a Roma.

L’attuale campanile della chiesa Madre fu invece costruito nel 1719, dopo la demolizione della vecchia torre saracena che sorgeva ove ora si trova la cappella della Madonna del Ponte. Il progetto fu portato a termine nel 1783 ad opera dell’architetto Patricolo.

È addossato alla chiesa e sporge sulla fiancata sinistra della chiesa. È definito in altezza da cornici marcapiano. Si eleva su un basamento da cui si apre una finestra, poi su esso si innalza un piano finestrato e un altro con orologi, infine si erge la camera campanaria. Sulla copertura a doppia cuspide si eleva la croce poggiata su una sfera metallica. Le due campane (una più piccola e una più grande) in bronzo oggi sono attivate da un congegno automatico. Esse risuonano ogni mezz’ora e al rintocco dell’ora. Per annunciare la messa risuonano un’ora prima della liturgia per tre volte. Alle 12:00 le due campane annunciano L’angelus Domini, invece l’agonia di Gesù viene ricordata con il suono della campana maggiore che rintocca tra le 15 e le 15.05, l’ora della morte di Gesù.

Le campane, inoltre, con diversi rintocchi annunciano i vari eventi come matrimoni, funerali, feste patronali, processioni, tridui, novene, rogazioni e quarantore.
La copertura della navata centrale è a “volta a botte anulare a cassettoni”, suddivisa in fasce orizzontali che terminano sull’architrave con delle aperture ad arco.
La volta a botte è interrotta in corrispondenza del transetto da una semplice cupola emisferica che poggia su quattro spicchi affrescati con le immagini dei quattro evangelisti.
All’esterno la cupola è decorata da maioliche verdi e termina con una semplice lanterna, in basso poggia invece su un tamburo finestrato cilindrico liscio.